Ottobre volge al termine e, dopo il World Pasta Day, ci avviciniamo sempre più alla giornata nazionale delle pappardelle. Sapevi che esiste una giornata dedicata a questo formato di pasta? Si tratta del 9 novembre! Lo staff di Montagna, che con la pasta lavora ogni giorno, pensa che ogni sua varietà vada celebrata, soprattutto per noi italiani che ne abbiamo fatto una cultura e una tradizione, ottenendo un riconoscimento in tutto il mondo.
Oggi ci concentriamo sulla pappardella, sulla sua origine e su altre curiosità che la riguardano, per poi fare un salto in cucina, con le migliori ricette che la vedono protagonista.
Pappardelle: chi le ha chiamate così e altre storie
Il nome di questo formato di pasta sembrerebbe derivare dal toscano pappare, mangiare, per l’appunto. Si tratta infatti di una tipica pasta all’uovo della tradizione regionale toscana. Come accade con le tagliatelle però, specialmente le regioni del centro, hanno una loro versione della pappardella. Questo accade perché si sposa perfettamente con i sughi di carne ricchi e saporiti, a base di cacciagione, come il cinghiale: un sugo tipico anche delle zone marchigiane e dell’Umbria, che hanno inserito questo piatto fra i tradizionali già tanto tempo fa.
Molte persone potrebbero pensare che si tratti solo di una tagliatella più spessa. In realtà non è proprio così. Seppur l’impasto sia esattamente lo stesso, semola e uova, la pasta delle pappardelle è più ruvida e, proprio grazie alla sua larghezza, cattura sughi più forti e ricchi con facilità, influendo in modo deciso sul gusto del piatto finito.
Proprio come accade in Emilia con le tagliatelle, la paternità della pappardella viene attribuita ai toscani con qualche incertezza storica. Di certo, quello che si può affermare è che le “lagane” (sfoglia simile alla nostra pasta all’uovo, tipica dell’antica Roma di cui avevamo già parlato in precedenza) sono anche in questo caso antenate comuni.
Di pappardelle si comincia a scrivere poi nel Medioevo. C’è chi, come Tassoni il modenese, ne attribuisce l’origine ad una famiglia Emiliana, i Baccarini, e chi, come Domenico Romoli – cuoco d’alto rango nel 1500 – le inserisce nel suo libro di ricette “La singolar dottrina”, chiamandole “lasagne sottili e delicate e morbide, alla fiorentina”. Lo stesso Artusi nel suo celebre ricettario “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” le cita, definendolo un “piatto familiare” e proponendo la ricetta con sugo di lepre oppure di coniglio.
Pappardelle: gli abbinamenti che non ti aspetti
Tradizionale, familiare, dalla storia antica. Qualunque sia la vera origine della pappardella, ciò che è certo è che ancora oggi è predominante nella cucina di molte famiglie in diverse parti d’Italia. Oltre agli abbinamenti tradizionali che esaltano la rusticità di questo taglio di pasta, qualcuno ha anche proposto degli abbinamenti particolari, che vale però la pena di provare.
Fra questi, le pappardelle al sugo di pesce, magari con gamberi e asparagi o al ragù di mare, oppure con sugo di funghi, che si accompagnano molto bene a questa pasta versatile. Impossibile poi non citare le pappardelle al tartufo, per restare in territorio marchigiano ed esaltare un sapore unico di questa terra.
Scrivi un commento