Amate da grandi e piccini, si possono accompagnare ai più svariati sughi: stiamo parlando delle tagliatelle ovviamente. Un elemento della cucina inserito fra i più iconici e rappresentativi del nostro paese nel mondo. A questo punto però la curiosità sorge spontanea: chi le ha inventate? O meglio, preparate per la prima volta?
Le origini delle tagliatelle: quello che non ti aspetti
Le tagliatelle è un tipo di pasta fresca che deve il suo nome al “taglio” praticato sulla sfoglia. Come accede spesso in questi casi, l’origine precisa del formato di pasta non è nota.
Esistono varie teorie, ognuna delle quali ha un fondamento a metà fra lo storico e la favola. Il grande scrittore e critico culinario del XIX e XX secolo Pellegrino Artusi ne parla nel suo celebre libro “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, noto anche semplicemente come “L’Artusi”. La prima edizione del libro è del 1891. In particolare, Artusi cita un detto bolognese dell’epoca: “Conti corti e tagliatelle lunghe”.
Con il tempo, si è diffusa una leggenda emiliana che riguarderebbe la nascita della tagliatella: si vocifera che verso la fine del 1400 il mastro Zefirano da Bologna, cuoco di Giovanni II di Bentivoglio, si ispirò ai capelli biondi e bellissimi di Lucrezia Borgia – passata di lì per caso per recarsi a Ferrara e sposare il Duca Alfonso d’Este – per creare un nuovo tipo di pasta mai preparato prima. In realtà, se si scava un po’ più a fondo, è facile scoprire che questa non è altro che una delle invenzioni dell’umorista Augusto Majani, bolognese doc che fece un omaggio alle tagliatelle nel 1931, sicuramente per rivendicarne la paternità di Bologna.
Un altro dato certo è scritto, e risale a molto, moltissimo tempo prima della vicenda inventata da Majani e della guida di Artusi, parliamo di un’opera del poeta Orazio del 65 a.C., “Le Satire”. Qui, il romano si riferisce ad un cibo “d’oro”, chiamandolo Lagane: un piatto che, per descrizione e condimento somiglia ad una pasta fresca odierna, tipica del sud Italia o che potrebbe essere un antenato delle nostre lasagne. In ogni caso, si tratta molto probabilmente del primo esempio storico di pasta preparata con la “sfoglia”.
Le tagliatele oggi non sono emiliane
Nonostante l’Emilia-Romagna sia considerata dai più la terra d’origine della tagliatella, con i suoi prodotti di eccellenza, ogni regione d’Italia ha una versione differente per la preparazione di questa pasta. Rispetto ad altre tipologie, non ha una collocazione in un’area specifica ma è diffusa su tutto il territorio italiano con nomi diversi e ciò la rende, di fatto, unica in ogni zona.
Le tagliatelle marchigiane, ed esempio, sono un piatto della tradizione, considerato rappresentativo per tutto il territorio regionale. La sfoglia è tradizionale, come per tutte le preparazioni di pasta all’uovo delle massaie sin da tempi antichi. Semola di grano duro e uova, lavoro energico con il mattarello per la stesura della sfoglia e infine taglio: nella semplicità, il prodotto finale è genuino e dal sapore autentico.
Da accompagnare con i sughi più disparati: dal classico pomodoro fino al ragù tipico marchiano, dalle verdure di stagione al tartufo. Pasta di Montagna prepara i suoi formati di tagliatelle proprio come richiede la tradizione marchigiana, con passione, amore, energia e dedizione: per delle tagliatelle dal gusto unico, che ci accompagna da generazioni.
Un prodotto, quello di Montagna, che intende far conoscere l’industria alimentare fra passato ed evoluzione produttiva, con un impegno che considera le specifiche priorità̀ ed esigenze della trasformazione alimentare nel rispetto del territorio e nella tutela primaria del consumatore.
La Pasta di Montagna è contraddistinta da sapore, tradizione, salute, benessere, qualità̀ e convivialità̀, offrendo sempre tutte le garanzie della sicurezza alimentare, in ogni fase.
Scrivi un commento